Il progetto

In treno verso il futuro

Gli anni che abbiamo davanti saranno cruciali per molte questioni strategiche legate al nostro territorio (quadrante nord di Torino, Ciriacese e Valli di Lanzo), dalla ripresa economica al mantenimento e ampliamento dei servizi. Ma c’è un tema che li collega tutti, ed è quello dei trasporti. Sono a tutti evidenti i problemi e le criticità dei nostri territori, dalla complessità del collegamento con Torino alla mobilità trasversale ai comuni, alla fragilità del trasporto pubblico nelle terre alte.

La ferrovia Torino-Ceres, che sarebbe l’arteria principale della mobilità tra la città e le montagne, soffre come sappiamo un ritardo di investimenti sull’infrastruttura, una politica miope che svilisce ogni idea di uso turistico estivo o invernale e, negli anni recenti, le penalizzazioni dovute dal cantiere di corso Grosseto.

Collegare la Torino-Ceres al Passante però da solo non basta, senza una chiara visione rivolta al dopo e a un progetto di sviluppo della linea e dei territori che a essa afferiscono. Per questo, come Osservatorio lanciamo la nostra proposta complessiva basata su tre azioni di intervento, che ricomprendono le peculiarità e le esigenze specifiche dei Comuni e delle aree che costituiscono l’insieme di questo territorio.

1. La stazione-porta e il nodo di Cirié

Il nodo di scambio di Cirié, per diventare stazione-porta del SFM, ha bisogno di un’ambiziosa opera di sistemazione e riordino. Il sottopasso stradale su via Torino – il cui progetto peraltro è ancora in fase embrionale e del quale non si ha alcun pronostico sui tempi di realizzazione – da solo non basta. Risolve sì il problema di collegamento viario tra le due metà della città, ma non fa nulla in favore di una stazione decisamente inadeguata ad accogliere aumentati volumi di traffico, a cominciare dal problema di accessibilità e parcheggi e dell’interscambio con altri mezzi.

Per questo è urgentissimo iniziare a dare forma a un grande progetto di trasformazione, che secondo noi dovrà contenere i seguenti elementi:

  1. realizzazione di una rotatoria tra viale Martiri e via Torino/via Mazzini;
  2. sistemazione e parziale pedonalizzazione del piazzale stazione, con la previsione di dislocarvi servizi di micro-mobilità;
  3. realizzazione di una nuova autostazione;
  4. realizzazione di un’ampia area parcheggio ricavata anche tramite la demolizione del vecchio fabbricato merci, dall’abbattimento dell’officina (che con il passaggio a Trenitalia andrebbe comunque incontro a una riorganizzazione) e dalla razionalizzazione del fascio dei binari;
  5. verifica dell’uso e del destino della vecchia centrale elettrica
  6. rifacimento degli impianti di stazione prevedendo l’innalzamento dei marciapiedi e l’installazione di ascensori a uso del sottopassaggio.

2. Ferrovia metropolitana sì, “Caselle Express” no

Il collegamento con l’aeroporto è importante, ma non può realizzarsi a scapito del servizio passeggeri da/per i Comuni: non è pensabile immaginare servizi diretti Porta Susa-Aeroporto, ci vuole invece un servizio con sosta in tutte le stazioni – una vera e propria metropolitana leggera che consenta agli abitanti di una vasta area che va oltre la prima cintura di essere direttamente collegati al cuore di Torino. In questo senso vogliamo anche che sia garantito l’impegno di quattro treni l’ora sulla tratta da Rebaudengo a Cirié.

Bisogna inoltre immaginare che per essere davvero alternativa alla gomma la ferrovia deve raccogliere l’utenza con servizi collaterali. Per questo bisognerà:

  • progettare e realizzare un sistema di parcheggi di interscambio alle stazioni (sull’esempio del Movicentro di Venaria) e adeguati servizi di micro-mobilità;
  • istituire un servizio di collegamenti trasversali (anche valutando il ruolo dei servizi a chiamata) tra le stazioni della Torino-Ceres e i comuni limitrofi, tra cui Mappano, Leinì e la stessa Volpiano, per formare un nodo con la linea SFM-1;
  • prevedere il trasporto bici su tutti i convogli;
  • ripristinare la stazione Rigola Stadio, al servizio dei cittadini del quartiere (come collegamento diretto con Torino e il centro di Venaria) e dei tifosi o visitatori diretti allo Juventus Stadium;
  • riorganizzare il servizio urbano e suburbano GTT per armonizzarlo con la nuova infrastruttura, prevedendo il collegamento di Savonera e Druento con il movicentro di Venaria e con la nuova stazione Grosseto e introducendo navette cittadine che permettano di raggiungere le stazioni della Torino-Ceres senza prendere l’auto.

Sul fronte turistico, inoltre, la Torino-Ceres con il collegamento diretto a Porta Susa e con passaggi frequenti permetterebbe a oltre un milione di visitatori di raggiungere agevolmente la Reggia di Venaria Reale.

3. Un treno per le Valli:
turismo + mobilità

La ferrovia è il vero “Recovery Plan” delle Valli di Lanzo: occorre un servizio ferroviario tutto l’anno per pendolari e studenti, per portare turismo estate e inverno e liberare la viabilità. Un treno a pieno carico (immaginando gli attuali TTR) trasporta l’equivalente di 4 bus e di ben 95 automobili private, ed è facile immaginare gli effetti di questo traffico sulle fragili infrastrutture delle valli. Arrivare comodamente a Germagnano o Ceres via ferro magari da Asti o Fossano e da lì raggiungere i capivalle (Balme, Usseglio e Forno) tramite servizi bus, senza disagi, senza stress e senza inquinamento sarebbe di grandissimo impulso per la fruizione sostenibile delle terre alte, da accompagnarsi a una politica locale attiva di sviluppo turistico e di servizi, estivo e invernale.

In questo senso non sarà più tollerabile che in estate il servizio ferroviario sia sospeso come accaduto in questi ultimi anni, rispondendo a una pura logica di costi da tagliare.

Bisogna immaginare che per essere davvero alternativa alla gomma la ferrovia dovrà raccogliere l’utenza con servizi collaterali. Per questo bisognerà:

  • progettare e realizzare un sistema di parcheggi di interscambio almeno alle stazioni di Ceres e Germagnano;
  • istituire un servizio di collegamenti trasversali tra le stazioni della Torino-Ceres, le località di villeggiatura e sport e i capivalle (anche valutando il ruolo dei servizi a chiamata);
  • prevedere il trasporto bici e sci su tutti i convogli.

Altre necessità per un trasporto competitivo

Su un piano più generale legato alla “fidelizzazione” di una sempre maggiore quota di utenza (pendolari, studenti, turisti e occasionali), bisognerà prevedere un sistema tariffario “intelligente”, che preveda agevolazioni e abbonamenti specifici per:

  • residenti nei Comuni della primissima cintura
  • studenti di scuole superiori, dell’Università e del Politecnico
  • eventi sportivi/turistici stagionali nelle Valli di Lanzo (per es. “Pass Montagna” o “Pass Ski”)
  • convenzioni con appuntamenti fieristici o enti culturali (Reggia di Venaria, Mostra regionale della toma di Lanzo, Villexpo, ecc.)
  • integrazione con rete Sadem, altre linee ExtraTo e rete di bike sharing

Infine, occorrerà tenere presente le esigenze di accessibilità, tema questo largamente ignorato negli ultimi anni dal gestore della ferrovia, eccettuate le stazioni di Borgaro, Caselle e dell’aeroporto. In tal senso, bisognerà prevedere un programma di sistemazione delle stazioni con l’innalzamento dei marciapiedi e, laddove necessario e possibile, l’installazione di ascensori a uso del sottopassaggio.

Quanto più rapidamente sapremo tradurre queste aspirazioni in azioni concrete, in progetti e in una strategia di medio-lungo periodo, coinvolgendo tutti gli attori territoriali – dai Comuni alle associazioni di categoria, dai consorzi di valorizzazione e promozione turistica agli operatori dello sci, dai singoli cittadini alle aziende di trasporto privato – tanto più potremo scongiurare che, quando la Torino-Ceres sarà finalmente collegata al Passante, avremo in mano solo una “rivoluzione a metà”, che deluderebbe le tante aspettative che andiamo costruendo in questi mesi e che sarebbe, davvero, un altro treno perso per tutti.

Dobbiamo arrivare pronti al futuro.

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